Teramo, città senza luce: la rotatoria di via de Gasperi al buio, Varano protesta per le interruzioni. E i nuovi contatori?

TERAMO – Si fa sempre più difficile il rapporto dei teramani con il gestore dell’energia elettrica. A partire dalla cosiddetta tempesta perfetta del gennaio 2017, che segnerà il record nel disservizio, con punte anche di dieci giorni consecutivi di black out, anche il lavoro di e-distribuzione per evitare che si ripetano le interruzioni sta arrecando disagi ai residenti di numerose zone dell’hinterland cittadino. E’ successo a Villa Brozzi, a Garrufo e Magnanella, adesso la zona da cui si levano le maggiori e più forti proteste è quella di Varano, Monticelli e Colle Santa Maria. I tecnici della luce stanno sostituendo i conduttori sulle linee e avvisano della interruzione della erogazione della corrente: le abitazioni restano però senza luce per molte ore, con rischi e conseguenze evidenti, a cominciare da deperimento delle merci conservate o il consumo delle batterie degli impianti di allarme. Nelle ultime tre settimana è almeno la quarta volta che questo accade e le interruzioni durano dalle 9 alle 17 del pomeriggio. Molti chiedono che e-distribuzione si attrezzi con i generatori di corrente che eviterebbero le interruzioni di erogazione.
Sul fronte della pubblica illuminazione poi, la situazione non è migliore: appena ripristinata in circonvallazione Ragusa, lasciata al buio per diversi giorni (ma questo accade ciclicamente e non soltanto quando torna la pioggia), è andata via alla rotonda di San Michele Arcangelo (ex Promenade). Il buio pesto accompagna le auto alla rotatoria ma quel che è più grave, mette a rischio i pedoni che si arrischiano sul passaggio dedicato.
Dulcis in fundo, pecca di puntualità anche il servizio di sostituzione dei contatori elettronici nelle abitazioni, avviato da e-distribuzione per il controllo remoto dei consumi. Nel centro storco gli addetti hanno affisso per la seconda volta gli avvisi di intervento in due diverse date e con diversi orari nella giornata: entrambi sono andati a vuoto e pensare che molti dei residenti si sono organizzati con permessi al lavoro o famigliari che potessero accogliere in casa gli operatori.